La diffusione di fake news rappresenta oggi una minaccia concreta per la società. Notizie false, spesso supportate da immagini o video manipolati, possono influenzare l’opinione pubblica, compromettere la fiducia nelle istituzioni e persino interferire con processi democratici.
Nell’era dei social media, questi contenuti falsi si propagano a una velocità senza precedenti. Per contrastare questa minaccia crescente, servono strumenti avanzati: è qui che entra in gioco la digital forensics.
Cos’è la digital forensics e perché è importante
La digital forensics è la scienza che analizza i dati digitali per scoprire, conservare e interpretare prove. Un suo ramo specifico, chiamato multimedia forensics, si occupa di verificare se immagini e video sono autentici o manipolati.
In un mondo in cui i contenuti digitali possono essere alterati con pochi click o generati da intelligenze artificiali (come i deepfake), queste tecniche sono fondamentali per proteggere l’informazione.
Tecniche investigative per rilevare contenuti manipolati
Le analisi forensi digitali si avvalgono di metodi avanzati. Ecco i principali:
- Analisi dei metadati
Ogni file contiene metadati: data, ora, dispositivo di creazione. Se una foto “attuale” ha una data vecchia o un dispositivo sconosciuto, potrebbe essere sospetta.
- Rilevamento di incongruenze visive
Luce, ombre, proporzioni: tutto deve essere coerente. In una foto manipolata, questi elementi spesso non coincidono.
- Error Level Analysis (ELA)
Questo metodo analizza la compressione dell’immagine. Le aree modificate risultano visivamente diverse.
- Rilevamento di clonazione
Software specifici individuano elementi duplicati all’interno dell’immagine, segno di possibili manipolazioni.
- Verifica incrociata
Strumenti di ricerca inversa (come Google Images o InVID) permettono di scoprire se un’immagine è già stata usata altrove, magari in un contesto differente.
L’evoluzione delle minacce: deepfake e anti-forensics
I deepfake sono video creati con l’AI in cui una persona appare dire o fare qualcosa che non ha mai fatto. Questi contenuti possono sembrare reali, ma sono completamente artefatti.
In parallelo, si sviluppano anche tecniche di anti-forensics, che cercano di nascondere le tracce della manipolazione, rendendo il lavoro degli analisti sempre più difficile.
Digital forensics e fact-checking: un binomio necessario
Il fact-checking digitale si basa sempre più su strumenti di analisi forense. Le redazioni giornalistiche, i team di sicurezza e le piattaforme social utilizzano software per verificare l’autenticità dei contenuti.
Verificare in tempi rapidi se un’immagine è vera o manipolata può evitare la diffusione di bufale virali.
La digital forensics rappresenta oggi un alleato chiave contro la disinformazione. Le tecniche investigative per smascherare immagini e video manipolati sono sempre più sofisticate, ma lo sono anche le minacce.
Affidarsi a strumenti evoluti come CIT di MBS Engineering e formare professionisti del fact-checking è la strada per garantire un ecosistema digitale più sicuro e affidabile.
